Autoriciclaggio, sequestrato un albero a Madonna di Campiglio
Quattro persone arrestate con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata all'autoriciclaggio e sequestri di beni e società per 5,2 milioni di euro. E' il bilancio dell'operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinata dalla Procura di Lamezia Terme. Tra i beni sequestrati c'è anche un albergo a Madonna di Campiglio, oltre a uno stabilimento industriale a Lamezia Terme e un'imbarcazione. Nello specifico è stato ricostruito un investimento immobiliare che ha portato all'acquisito di un albergo in val Rendena, per 1,2 milioni di euro, di cui euro 300.000 da corrispondere in contanti e in nero. Una parte del denaro occorrente per l'operazione (euro 140.000) è stata trasferita in contanti verso il Nord-Italia, come documentato, spiegano gli inquirenti, nel corso delle indagini attraverso quello che era un controllo simulato della normativa anti-covid.Caro bollette, un agricoltore su tre taglia i raccolti
Con l’esplosione dei costi energetici quasi un agricoltore italiano su tre (30%) è oggi costretto a ridurre la produzione di cibo. Una situazione che mette a rischio le forniture alimentari e, con esse, la sovranità alimentare del Paese. E’ quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa in occasione della grande mobilitazione con decine di migliaia di allevatori ed agricoltori con trattori e animali che hanno lasciato le campagne per scendere in piazza da Nord a Sud d’Italia. Il taglio dei raccolti causato dall’incremento dei costi di produzione – sottolinea Coldiretti - rischia, infatti, di aumentare la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari con l’Italia che è già obbligata ad importare il 64% del grano per il pane, il 44% di quello necessario per la pasta, ma anche il 16% del latte consumato e il 49% della carne bovina e il 38% di quella di maiale. Se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori – denuncia Coldiretti - non riescono, neanche a coprire i costi di produzione con il balzo dei beni energetici.Cassa di Trento e Cassa Rurale Alta Vallagarina e Lizzana, i soci approvano la fusione
La fusione tra la Cassa di Trento e quella dell’Alta Vallagarina e Lizzana si farà. Le assemblee straordinarie dei soci hanno approvato a larghissima maggioranza il progetto. 6.763 soci hanno espresso il loro voto con una quota di favorevoli pari al 89,66% per Trento e al 78,50% per Alta Vallagarina e Lizzana. Il nuovo istituto si chiamerà Cassa di Trento, Lavis, Mezzocorona, Valle di Cembra e Alta Vallagarina, in forma abbreviata “Cassa di Trento”.Motivazione che ha portato alla fusione, la necessità di adeguare il modello organizzativo ai cambiamenti economici, normativi e sociali, avvenuti nell’ultimo decennio. La nuova banca avrà oltre 6,6 miliardi di mezzi amministrati, 376 collaboratori, 48 filiali, 110.000 clienti e oltre 29mila soci. Sarà la seconda per dimensione nel gruppo nazionale di Cassa Centrale Banca. Unendo le due Casse, risulta una raccolta complessiva di oltre 4,70 miliardi e 1,9 miliardi di prestiti. La nuova Cassa di Trento sarà legalmente costituita con il primo aprile, mentre la fusione “tecnica” dei due istituti è prevista per l’11 aprile.